Porto San Giorgio, è una cittadina situata nella fascia costiera delle Marche. Già appartenente alla provincia di Ascoli Piceno fa ora parte della provincia di Fermo (fino a quando esisterà). Confina da tre lati con il comune di Fermo e ad est con il mare Adriatico.Noto ai tempi di Plinio il Vecchio come Navale Firmanorum, e citato da Strabone nella Tavola Peutingeriana come Castrum Firmanorum o Castellum Firmanorum, Porto San Giorgio è legata allo sviluppo del porto di Fermo, tanto da essere chiamata ancora nel Medioevo con il nome latino di Portus Firmi, probabilmente sito in epoca romana alla foce del fiume Ete.

Collegata alla città di Fermo dalla strada Pompeiana, così chiamata in onore del generale romano Gneo Pompeo Strabone, d'origine fermana, che aveva proprietà latifondiere nel Piceno Fermano. Fu padre del console Gneo Pompeo Magno e rivale di Caio Giulio Cesare.

Sembra che le sue origini risalgano a una colonia di pescatori veneti o dalmati, stabilitisi, dopo la calata dei barbari e le conseguenti distruzioni, sulle falde del piccolo monte che ora sovrasta l'abitato, il così detto Monte Cacciù. Portu Sancti Georgeij così come era conosciuto nei documenti medievali, divenuto fortezza nell'XI secolo col nome di Castel San Giorgio, nel 1164 passò al Capitolo dei Canonici di Fermo per ordine di Federico Barbarossa e nel 1266 fu preso in affitto dal comune di Fermo. Lorenzo Tiepolo, podestà di Fermo e futuro doge di Venezia, ridette impulso al porto, dotandolo di una roccaforte, la Rocca Tiepolo, eretta nel 1267, baluardo possente e poderoso che assolveva la mansione di torre vedetta e sentinella vigile contro le incursioni dal mare. La storia di Porto San Giorgio da allora in poi si riassume in una serie di tentativi di riconquistare l'autonomia dal dominio fermano. La cittadina sviluppatasi nel corso del XVII secolo tra la linea di costa e la via Lauretana, con l'urbanizzazione del Borgo Marinaro, durante il periodo napoleonico divenne autonoma da Fermo e dopo l'Unità d'Italia definì il proprio ambito territoriale. Solo nel 1887 Porto San Giorgio ottenne almeno in parte il suo territorio.



Monumenti e luoghi d'interesse

- La chiesa di San Giorgio del diciannovesimo secolo che ospita una copia del Polittico di Porto San Giorgio di Carlo Crivelli.
- La chiesa delle Anime Sante del diciassettesimo secolo.
- Il Teatro comunale, edificato nel 1815 e affrescato nel 1910 da Sigismondo Nardi.
- La Rocca Tiepolo, prende il nome dal Governatore di Fermo Lorenzo Tiepolo che la fece costruire nel 1276 per difendersi dagli attacci dei pirati saraceni. L'interno, conservato in iscrete condizioni e recentemente restaurato, ospita un teatro all'aperto in cui si svolgono manifestazioni culturali e concerti.
- Villa Bonaparte. Costruita su richiesta del fratello di Napoleone, Girolamo Bonaparte, che soggiornò a Porto San Giorgio tra il 1829 ed il 1832, venne realizzata in stile neoclassico seguendo il progetto di Ireneo Aleandri, e fu dal Bonaparte dedicata a "Caterina". Per divergenze politiche con il Re di Napoli, venne confi­scata nel 1831 e venduta, pochi anni dopo, alla nobile famiglia Pelagallo, dopo essere stata adibita a Camera Apostolica. La villa presenta ancora oggi nella facciata esterna decorazioni con bassorilievi e altorilievi di trofei d'armi ed è circondata da un parco di notevoli dimensioni. All'interno le stanze pregevolmente affrescate, ospitano numerosi mobili in stile impero dell'epoca che poggiano su di un pavimento in graniglia che presenta decorazioni a mosaico.
- Ville in stile liberty.
- Piazza San Giorgio.
- L'intero centro antico denominato "Castello", circondato da una cinta muraria ben riconoscibile e recentemente restaurata, con un camminamento illuminato e tre torri merlate.

Personalità legate a Porto San Giorgio

- Pio Panfili (1723 - 1813): architetto, pittore, incisore e decoratore di fama.
- Tommaso Salvadori (1776 - 1833): letterato, traduttore dal latino, francese ed inglese. Fu un importante uomo politico durante il periodo napoleonico; attivissimo nei moti del 1831.
- Giambattista Ferri (1807 - 1861): capo della carboneria europea e protagonista dell'unità.
- Tommaso Accurti, presbitero e bibliotecario italiano.
- Tommaso Salvadori (1835 - 1923): ornitologo di fama mondiale.
- Sigismondo Nardi (1866 - 1924): pittore, maestro dell'affresco collaborò con Cesare Maccari nella Basilica di Loreto.
- Carlo Pennacchietti (1870 - 1950): pittore vedutista, fu alunno di Giovanni Fattori a Firenze.
- Osvaldo Licini (1894 - 1958), pittore, fu sovente a Porto san Giorgio dove trasse ispirazione per numerose sue tele e coltivò vari rapporti. La città lo ricorda, avendogli intitolato il Liceo Artistico cittadino.
- Acruto Vitali (1903 - 1990): poeta, scrittore e pittore.
- Lugano Bazzani (1916 - 2003): poeta. Ha tenuto rapporti con numerosi scrittori e critici del '900; il prof. Francesco Danese ci ha lasciato testimonianze nel volume "Le risposte al messaggio di Lugano Bazzani" (Foggia, Bastogi Editrice Italiana, 2002). Il concittadino Giarmando Dimarti, nella raccolta "Elegie dopo" (Fermo, La Rapida, 1978), gli ha dedicato "Il giorno del poeta". La Giunta comunale nella seduto del 21/05/2008, su proposta dell'allora Assessore alla Cultura Cesare Catà, ha intitolato a suo nome il Cortile dell'ex Opafs.
- Fernando Veneranda (1941 - 2007): Calciatore di Fiorentina, Prato, Brescia, Potenza, Palermo, Genoa, Matera. Allenatore di Matera, Campobasso, Marsala, Palermo, Verona, Foggia, Avellino, Cagliari, Taranto, Triestina, Messina

Sport

Le attività sportive di maggior successo della cittadina sono da sempre il basket, la ginnastica e la vela, che hanno visto grandi squadre locali ottenere notevoli successi a livello nazionale.

Cucina

La cucina sangiorgese ricalca quella di tutto il Piceno ed è di solito a base di pesce e verdure, ma con presenza anche di carni e di fritture, basti pensare alle famose olive all'ascolana.
I piatti tipici sono: i garagoli, o cucciulìtti (lumachine di mare in brodetto di sugo rosso e spezie), il brodetto (brodo di pesci e crostacei misti) e i vincisgrassi (simili per aspetto alle lasagne, ma con condimento di fegatini e cacciagione). I primi due dovuti alla tradizione marinara il secondo, invece, si fa risalire al nome del generale austriaco Windisch Graetz che nel 1799 cinse d'assedio Ancona, attribuendo la paternità al suo cuoco personale; ma altri sostengono che già nel 1781 la ricetta compaia in un libro di cucina del cuoco maceratese Nebbia, in cui viene descritta la preparazione di particolari lasagne chiamate "vincisgrassi".
Dolci tipici sono: l'amandovolo, a suo tempo importato dal piemonte da un pasticciere stabilitosi nella cittadina, a base di mandorle e cioccolato fondente, il fristingo (dolce natalizio di fichi, mandorle, pinoli e noci), la cicerchiata e le sfrappe (dolci che si gustano a carnevale).
Liquore tipico: Anisettafamosa quella della premiata ditta Olivieri da non confondere con il più comune Mistrà (liquori all'anice simili alla sambuca) e l'immancabile vino cotto (difficilmente in vendita).
In occasioni particolari, si possono servire i finocchi in pinzimonio, la mozzarella a crudo e le arance a fette condite con olio, sale e olive nere. Il pane è insipido e simile al toscano.
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